SENTIERI INTERROTTI
Era lì
intrappolato in comoda gabbia
a lanciare arti lungo uno spazio nuovo.
Segugio dei suoi stessi strappi
ricuciva pupille adultere e fuggiasche.
Un monologo vivace e articolato
per platea appena partorita.
Il dialogo pareva fitto
ma erano latitanti le risposte che cercava
sfidando i suoi fantasmi con domande inesistenti.
E fremeva, poi imprecava, e lacerava la luce.
Ma nel miele intingeva la lingua
quando parlava di figli e di storie andate
e anche la voce risuonava vera.
Non c’era da porsi quesiti
né era necessario scavare oltre
o immaginare vie d’uscita.
Si poteva fermare l’onda
e poi con respiro coinvolgente
si ritornava a un tuffo d’apparenza.
Enfat, 25/05/2019